La Politica del Terrorismo: Potere, Simpatia e Applicazione Selettiva del Diritto Poche parole nel discorso politico moderno portano tanto peso — o ambiguità — quanto “terrorismo”. È contemporaneamente una condanna morale, una classificazione giuridica e una giustificazione alla violenza o alla repressione. È anche, in modo cruciale, un’arma politica, utilizzata in maniera selettiva e spesso incoerente. Nonostante decine di accordi e definizioni internazionali, non esiste ancora uno standard giuridico universalmente accettato di ciò che costituisce il terrorismo — non perché il concetto sia intrinsecamente sfuggente, ma perché l’etichetta stessa è modellata dal potere. Al cuore di questa incoerenza c’è un pericoloso doppio standard: le azioni di attori non statuali vengono prontamente condannate come terrorismo, mentre atti funzionalmente identici compiuti da Stati riconosciuti vengono sterilizzati con termini come “operazione militare”, “rappresaglia” o “danno collaterale”. Non è solo semantica — influisce profondamente su chi viene considerato legittimo, la cui violenza è accettata e la cui sofferenza viene riconosciuta. La lotta palestinese offre un’illustrazione chiara e costante di questo doppio standard. Quando i palestinesi ricorrono alla violenza — che sia per resistere all’occupazione, riprendersi terre o protestare contro la privazione sistematica di diritti — viene quasi universalmente etichettata come “terrorismo” dalle potenze dominanti. Quando le forze israeliane impiegano una forza sproporzionata, bombardano campi profughi, assassinano leader all’estero o favoriscono pogrom di coloni, la risposta viene generalmente formulata in termini di sicurezza nazionale, non di terrorismo. Questo saggio sostiene che l’applicazione dell’etichetta di terrorismo non è principalmente giuridica, ma politica. Riflette gli interessi e le simpatie degli Stati potenti, non l’applicazione coerente di norme giuridiche. Inoltre, suggerisce che la richiesta palestinese di uguale trattamento sotto il diritto internazionale riecheggia la lotta fondativa dell’Illuminismo: il rifiuto del privilegio arbitrario e l’insistenza che la legge debba applicarsi ugualmente a tutti — individui, popoli e Stati. Risoluzione 49/60 dell’Assemblea Generale ONU e la Definizione Giuridica del Terrorismo Adottata nel 1994, la Risoluzione 49/60 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha cercato di definire il terrorismo in modo universale. La Dichiarazione allegata sulle misure per eliminare il terrorismo internazionale condanna: «Atti criminali, compresi quelli contro civili, commessi con l’intento di causare morte o gravi lesioni corporee, o la presa di ostaggi, allo scopo di provocare uno stato di terrore nell’opinione pubblica o in un gruppo di persone o in persone specifiche, di intimidire una popolazione o di costringere un governo o un’organizzazione internazionale a fare o astenersi dal fare un determinato atto». Cruciale è che la risoluzione non distingue tra attori statuali e non statuali nella sua definizione. I criteri sono chiari: violenza intenzionale contro civili finalizzata a intimidire, coercere o costringere risultati politici costituisce terrorismo. In linea di principio, ciò potrebbe applicarsi a qualsiasi attore — statuale o meno. In pratica, tuttavia, la risoluzione è quasi mai stata applicata alle azioni degli Stati, anche quando soddisfano esattamente la definizione. Il motivo non è ambiguità giuridica. Il motivo è la riluttanza politica a nominare e stigmatizzare Stati potenti o loro alleati. Quando attori non statuali si comportano così, l’etichetta “terrorismo” è immediata e inflessibile. Quando sono Stati — specialmente Stati riconosciuti, militarmente dominanti o geopoliticamente allineati — l’etichetta è vistosamente assente. Stato vs Non-Stato: Un Doppio Standard nell’Applicazione Numerose operazioni condotte dalle forze statuali israeliane — dalle organizzazioni pre-statali Haganah e Irgun all’attuale IDF e Mossad — hanno coinvolto il targeting di civili, l’uso di punizioni collettive e assassini all’estero. Secondo i criteri rigorosi della Risoluzione 49/60 dell’AGNU, molte di queste azioni rientrano nella definizione di terrorismo: - Il massacro di Qibya (1953): 69 civili palestinesi uccisi, per lo più donne e bambini, in un’incursione punitiva per “scoraggiare le infiltrazioni”. - Le campagne su Gaza (2008, 2014, 2021, 2023–25): migliaia di civili uccisi, scuole e ospedali ONU bombardati, blocchi di cibo e acqua imposti — spesso giustificati come contro-terrorismo, nonostante l’impatto sia indistinguibile da atti volti a intimidire un’intera popolazione. - Gli assassini dell’operazione “Wrath of God” (anni ’70): autobombe e pacchi-bomba usati per uccidere sospetti militanti — e, in alcuni casi, civili — in Europa e Medio Oriente. - Il favoreggiamento della violenza dei coloni: da pogrom in città come Huwara ad attacchi sistematici contro contadini e bambini palestinesi, la violenza dei coloni è regolarmente protetta o ignorata dall’esercito, di fatto sanzionata come braccio della politica statale. Nessuna di queste azioni è mai descritta come “terrorismo” dalla comunità internazionale — nemmeno dall’ONU stessa. Il linguaggio usato è quello di “ritorsione”, “sicurezza” o “necessità militare”. Al massimo, tali azioni sono classificate come violazioni del diritto umanitario internazionale, trattate come crimini di guerra o violazioni di proporzionalità — non come terrorismo. Violenza Palestinese e l’Universalità dell’Etichetta Al contrario, la violenza palestinese — anche quando diretta contro obiettivi militari o inquadrata come resistenza — è universalmente etichettata come terrorismo. Dagli attentati suicidi durante la Seconda Intifada ai razzi da Gaza, l’etichetta è immediata e assoluta. Persino la resistenza non violenta palestinese — come il movimento Boycott, Divestment, Sanctions (BDS) — viene talvolta criminalizzata o equiparata a “sostegno al terrorismo” da alcuni Stati. L’asimmetria è evidente: i palestinesi sono giudicati in base ai risultati, indipendentemente dal contesto. Israele è giudicato in base alle intenzioni, indipendentemente dai risultati. Il Ruolo del Riconoscimento, della Simpatia e del Potere Questa disparità deriva da un fatto politico fondamentale: l’etichetta terrorismo non viene applicata da organi giuridici in isolamento, ma da Stati potenti, istituzioni mediatiche e organizzazioni internazionali influenzati da alleanze strategiche e simpatie politiche. - Il riconoscimento statuale conferisce legittimità. Israele, come Stato riconosciuto, è visto come possessore del diritto sovrano di usare la forza. I palestinesi, privi di pieno riconoscimento e statualità, sono visti come attori illegittimi — anche quando invocano diritti previsti dal diritto internazionale (ad es. il diritto di resistere all’occupazione ai sensi della Risoluzione 37/43 ONU). - La simpatia politica conta. In Occidente, Israele è percepito come democrazia, alleato regionale, baluardo contro l’estremismo. Ciò crea una presunzione implicita di buona fede. I palestinesi sono associati all’islamismo, all’autoritarismo o al terrorismo — creando una presunzione di malafede. Queste simpatie modellano non solo il framing mediatico, ma anche il linguaggio giuridico e diplomatico. - Il potere protegge dal giudizio. Gli Stati con potere di veto all’ONU, forti alleanze militari (es. con gli USA) o influenza economica sono raramente soggetti a procedimenti o etichettature internazionali. Ecco perché il terrorismo, come i crimini di guerra, è spesso punito solo quando commesso dai deboli. La Lotta Palestinese e l’Ideale Illuminista Nel profondo, la richiesta palestinese non riguarda solo terra, sovranità o riconoscimento — riguarda l’applicazione uguale della legge. È la richiesta che gli stessi principi applicati agli altri siano applicati a loro — sia nel diritto di resistere, nel diritto alla vita o nel diritto alla giustizia. In questo senso, la lotta palestinese riecheggia le lotte fondative dell’Illuminismo. Come i pensatori del XVIII secolo rifiutarono il diritto divino dei re — l’idea che alcuni sovrani siano al di sopra della legge per nascita o titolo — i palestinesi oggi rifiutano l’immunità degli Stati dalla responsabilità giuridica. Pensatori illuministi come Rousseau, Montesquieu e Kant sostennero che la legge deve applicarsi ugualmente a tutti, altrimenti non è legge ma tirannia. Affermarono che la sovranità risiede nel popolo, non in governanti che se ne appropriano per decreto. Anche i palestinesi sostengono che l’appartenenza statuale non dovrebbe determinare chi viene umanizzato, chi viene criminalizzato o la cui sofferenza conta. Etichettare un bombardamento come terrorismo e un altro come sicurezza — nonostante mezzi e scopi identici — significa ristabilire la logica dell’aristocrazia: che alcune vite sono sacre, altre sacrificabili. Che alcuni hanno il diritto di resistere, altri solo il diritto di soffrire. La richiesta di una legge coerente — sia nell’applicazione delle Convenzioni di Ginevra, nel perseguimento dei crimini di guerra o nella definizione del terrorismo — è una richiesta non solo di giustizia, ma della modernità stessa. Conclusione: Verso uno Standard Universale Se il terrorismo deve essere più di un insulto politico — se deve essere una categoria giuridica significativa — deve essere applicato coerentemente. Ciò significa: - Riconoscere che gli attori statuali possono commettere terrorismo, proprio come quelli non statuali. - Ammettere che il targeting di civili per scopi politici è terrorismo, indipendentemente dalla bandiera, religione o valore strategico dell’attore. - Applicare definizioni giuridiche come la Risoluzione 49/60 dell’AGNU alle azioni, non agli attori. Non farlo non perpetua solo l’ingiustizia — mina l’idea stessa del diritto internazionale. Dice al mondo che la legge non è universale, ma un’arma dei potenti. Dice agli oppressi che il loro unico crimine è la debolezza. La richiesta palestinese di diritti uguali, protezione uguale e giudizio uguale sotto la legge non è una richiesta radicale — è l’essenza stessa dell’Illuminismo, e la misura di ogni civiltà che pretenda di onorarlo. Allegato: Incidenti che Soddisfano la Definizione Letterale Stretta di Terrorismo secondo la Risoluzione 49/60 dell’AGNU Applicata senza l’esclusione consueta di attori statuali o sostenuti dallo Stato. A. Massacri (uccisioni deliberate su larga scala di civili per terrorizzare e costringere alla fuga o alla sottomissione) --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- N. Incidente Data Autore/i Luogo Vittime Perché soddisfa la definizione ----- ----------------------------------------------- ---------------- ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ---------------------------------------- --------------------------------------------------------- ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- A1 Attentato all’Hotel King David 22 lug 1946 Irgun Zvai Leumi (Menachem Begin) Gerusalemme 91 morti (41 arabi, 28 britannici, 17 ebrei, altri) Bomba collocata nel quartier generale amministrativo britannico occupato da civili per uccidere gli occupanti e intimidire il governo mandatario affinché abbandoni la Palestina. A2 Massacro di Al-Khisas 18 dic 1947 Palmach (unità d’élite Haganah) Al-Khisas, Galilea 10–15 villici uccisi (tra cui 5 bambini) Incursione notturna con esplosione di case con famiglie addormentate per terrorizzare i villaggi arabi in rappresaglia di un incidente vicino, segnalando un’intimidazione più ampia durante la guerra civile. A3 Massacro di Balad al-Shaykh 31 dic 1947 Palmach (Haganah) Balad al-Shaykh, Haifa 60–70 villici uccisi Assalto di rappresaglia sul villaggio dopo un attacco alla raffineria; ordini di uccidere il massimo numero di maschi adulti nelle case per provocare paura e scoraggiare la resistenza araba. A4 Massacro di Sa’sa’ 14–15 feb 1948 Palmach (Haganah) Sa’sa’, distretto di Safed 60 villici uccisi (tra cui bambini) Case distrutte con gli abitanti dentro; “incursione modello” esplicita per spopolare e terrorizzare i villaggi della Galilea inducendoli alla fuga. A5 Massacro di Deir Yassin 9 apr 1948 Irgun & Lehi (con acquiescenza Haganah) Deir Yassin, corridoio di Gerusalemme 107–140 villici (donne, bambini, anziani) Uccisioni sistematiche casa per casa, mutilazioni e parata pubblica di corpi esplicitamente progettate per terrorizzare la popolazione palestinese inducendo un esodo di massa (innesco diretto dell’esodo del 1948). A6 Massacro di Ein al-Zeitun 2–3 mag 1948 Palmach (Haganah) Ein al-Zeitun, Safed Oltre 70 villici uccisi Esecuzioni post-cattura di prigionieri e civili per intimidire le comunità circostanti dell’area di Safed durante l’Operazione Yiftah. A7 Massacro di Abu Shusha 13–14 mag 1948 Brigata Givati (Haganah) Abu Shusha, distretto di Ramle 60–70 villici uccisi Assalto con stupri e sepolture in fosse comuni per terrorizzare e spopolare il villaggio nell’ambito della conquista di Lod-Ramle. A8 Massacro di Tantura 22 mag 1948 Brigata Alexandroni (Haganah) Tantura, costa di Haifa Oltre 200 villici uccisi Sparatorie post-resa su giovani e sepoltura in fosse comuni per costringere i palestinesi costieri alla fuga e assicurare Haifa. A9 Massacri ed espulsione di Lydda (Lod) & Ramle 11–14 lug 1948 Brigate Yiftach & 8ª corazzata (Yitzhak Rabin, Palmach) sotto ordine di Ben-Gurion Lydda & Ramle 250–1.700 uccisi; 70.000 costretti a marciare in esilio Sparatorie indiscriminate, massacro in moschea (circa 200 morti) e marcia della morte a 40 °C per terrorizzare e spopolare le città chiave sulla strada per Gerusalemme. A10 Massacro di Eilabun 30 ott 1948 Brigata Golani (IDF) Eilabun, distretto di Tiberiade 14 villici giustiziati Uccisioni post-resa documentate da osservatori ONU per scoraggiare la resistenza e costringere l’esodo degli arabi cristiani dalla Bassa Galilea. A11 Massacro di Hula 31 ott 1948 Brigata Carmeli (IDF) Hula, confine libanese 35–58 villici uccisi Esecuzioni post-resa; comandante brevemente incarcerato, ma intento era terrorizzare le popolazioni di confine durante l’Operazione Hiram. A12 Massacro di Al-Dawayima 29 ott 1948 Battaglione commando 89 (IDF) Al-Dawayima, distretto di Hebron 80–455 civili (stime variano) Assalto in tre fasi uccidendo abitanti in case, moschea e grotte per terrorizzare i villaggi rimanenti sul fronte sud. A13 Massacri di Safsaf & Saliha 29–30 ott 1948 7ª brigata corazzata (IDF) Safsaf & Saliha, Alta Galilea 52–70 a Safsaf, 60–94 a Saliha Esecuzioni post-resa, stupri, bruciamento di corpi e dinamite su moschea con rifugiati dentro per accelerare la fuga dalla Galilea. A14 Massacro di Arab al-Mawasi 2 nov 1948 Forze IDF Vicino Eilabun, Tiberiade 14 beduini uccisi Sparatoria su uomini e distruzione del villaggio per terrorizzare i gruppi nomadi inducendoli ad abbandonare le terre tradizionali. A15 Massacro di Qibya 14–15 ott 1953 Unità 101 & paracadutisti IDF (Ariel Sharon) Qibya, Cisgiordania (allora Giordania) 69 villici (⅔ donne e bambini) Case e scuola fatte saltare con abitanti dentro come rappresaglia per terrorizzare i villaggi di confine giordani. A16 Massacro di Khan Yunis 3 nov 1956 Forze IDF Khan Yunis, Striscia di Gaza 275–400 palestinesi uccisi Ricerche casa per casa con esecuzioni di massa e sepoltura di uomini legati per imporre il controllo durante l’occupazione del Sinai. A17 Massacro di Kafr Qasim 29 ott 1956 Polizia di frontiera israeliana Kafr Qasim, Israele 49 cittadini arabi (tra cui 23 bambini) Applicazione “spara per uccidere” di un coprifuoco a sorpresa su operai di ritorno per intimidire la popolazione araba israeliana durante la crisi di Suez. A18 Massacri di Sabra e Shatila 16–18 set 1982 Falangisti libanesi sotto accerchiamento, illuminazione e controllo ingressi IDF (Ariel Sharon ritenuto personalmente responsabile dalla Commissione Kahan) Campi profughi di Beirut 800–3.500 civili palestinesi e libanesi Massacro facilitato e permesso per terrorizzare gli ultimi sostenitori dell’OLP e costringere l’evacuazione totale dei combattenti dal Libano. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- B. Assassini Mirati / Esecuzioni Extragiudiziali con Intento Terroristico ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- N. Incidente Data Autore/i Luogo Vittime Perché soddisfa la definizione ---- --------------------------------------------------------- ------------------------ ---------------------------------------------------- -------------------------------------------- ---------------------------------------------------------------- ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- B1 Affare di Lillehammer 21 lug 1973 Squadra Mossad “Wrath of God” Lillehammer, Norvegia Cameriere marocchino innocente Ahmed Bouchiki ucciso Esecuzione pubblica per errore d’identità per terrorizzare le reti OLP nel mondo (firma classica di campagna di terrore di Stato). B2 Assassinio di Salah Shehadeh 22 lug 2002 Aeronautica israeliana (bomba da 1 tonnellata) Gaza Città (quartiere densamente popolato) 15 uccisi (moglie di Shehadeh, figlia 14enne, altri 9 bambini) Uso deliberato di ordigno sproporzionato in blocco residenziale per decapitare Hamas sapendo di causare morti civili di massa per intimidire la popolazione di Gaza. B3 Assassinio di Mohammed Deif (luglio 2024) 13 lug 2024 Aeronautica israeliana Campo profughi di Khan Yunis Oltre 90 civili uccisi (confermati) Colpo su campo tende con migliaia di sfollati per eliminare comandante accettando morti civili di massa per terrorizzare e spezzare la resistenza a Gaza. B4 Campagna di cecchini “Grande Marcia del Ritorno” a Gaza 30 mar 2018 – dic 2019 Unità cecchini IDF con regole d’ingaggio esplicite Recinzione Gaza–Israele 223 uccisi, oltre 13.000 feriti (molti mutilati a vita) Tiri sistematici con munizioni vere su manifestanti in gran parte disarmati (inclusi medici e giornalisti) per terrorizzare la popolazione di Gaza e costringere la cessazione delle proteste di confine. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- C. Violenza dei Coloni (attori non statuali con frequente impunità statale) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- N. Incidente Data Autore/i Luogo Vittime Perché soddisfa la definizione ----- ---------------------------------------------------------------------------- ---------------------------------------------- ------------------------------------------------------- ----------------------------------------------------------------- ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- C1 Omicidio di Mohammed Abu Khdeir 2 lug 2014 Estremisti ebrei (background coloni) Gerusalemme Est Ragazzo di 16 anni rapito, picchiato, bruciato vivo Bruciatura viva di rappresaglia per terrorizzare i residenti palestinesi di Gerusalemme dopo l’omicidio di tre ragazzi israeliani. C2 Attacco incendiario di Duma 31 lug 2015 Amiram Ben-Uliel & rete Hilltop Youth Villaggio di Duma, Cisgiordania Bimbo di 18 mesi Ali Dawabsheh bruciato vivo; entrambi i genitori morti dopo Lancio di molotov su casa di famiglia addormentata con graffiti “Revenge” per terrorizzare i palestinesi e accelerare l’accaparramento di terre (dottrina “price-tag”). C3 Incidente di tortura a Wadi as-Seeq 12 ott 2023 Coloni armati in uniformi militari Wadi as-Seeq, Valle del Giordano Più pastori palestinesi torturati per ore (ustioni di sigaretta, percosse, urina, tentativo di violenza sessuale) Tortura sadica prolungata per terrorizzare le comunità di pastori e spingerle ad abbandonare i pascoli. C4 Rampa dei coloni aprile 2024 (dopo omicidio Benjamin Achimeir) 12–15 apr 2024 Centinaia di coloni armati 11 villaggi palestinesi (al-Mughayyir, Douma, ecc.) 4 palestinesi uccisi, decine feriti, centinaia di case/auto incendiate Pogrom di punizione collettiva su villaggi non collegati per terrorizzare interi distretti e costringere alla sottomissione o fuga. C5 Rampa di Huwara (“pogrom”) 26 feb 2023 Decine di coloni armati (organizzati via social) Huwara, distretto di Nablus, Cisgiordania 1 palestinese ucciso, ~400 feriti (inclusi spari), distruzioni diffuse (auto/case incendiate) Attacchi di vendetta coordinati sul villaggio dopo morti di coloni, esplicitamente per terrorizzare e punire la popolazione palestinese (escalation “price-tag” post-elezioni). C6 Aggressione durante la raccolta delle olive su Afaf Abu Alia Ott 2025 Coloni israeliani (più aggressori) Villaggio non specificato Cisgiordania (uliveti) 1 picchiata fino a svenire (Afaf Abu Alia ricoverata); giornalista aggredito Attacco su raccoglitori palestinesi e osservatori internazionali per intimidire gli agricoltori, disturbare i mezzi di sussistenza e impedire l’accesso alle terre durante la stagione delle olive. C7 Incidente di tortura di agnelli Nov 2025 Coloni israeliani (gruppo filmato) Recinto di proprietà palestinese, Cisgiordania Animali torturati/uccisi (agnelli nel recinto) Crudeltà su bestiame come intimidazione proxy per terrorizzare gli allevatori e costringerli all’abbandono economico delle aree di pascolo. C8 Attacchi su Turmus Ayya, Sinjil, Ein Siniya (post-liberazione prigionieri) 17 gen 2025 Coloni ultranazionalisti (gruppo “Fighting for Life”) Turmus Ayya, Sinjil, Ein Siniya, distretto Ramallah Danni materiali (più case/veicoli incendiati); nessun morto segnalato Incendi e vandalismo sincronizzati per rovinare le celebrazioni palestinesi delle liberazioni di prigionieri, allo scopo di provocare paura e affermare dominio. C9 Sparatoria a Um al-Kheir su Awdah al-Hathaleen Giu 2025 Colono (Yinon Levi, sanzionato UE) Um al-Kheir, colline sud Hebron, Cisgiordania 1 ucciso (attivista pacifico Awdah al-Hathaleen); familiari arrestati da IDF Sparatoria mirata su attivista seguita da arresti militari della famiglia delle vittime per terrorizzare la comunità beduina e facilitare la confisca di terre (campagna di spostamento in corso). C10 Aggressione su Shadi a-Tarawah e famiglia Mag 2025 Coloni israeliani Piana di Qa‘un o simile, Cisgiordania 1 ferito (Shadi a-Tarawah colpito, perde gamba); figlio adolescente aggredito Sparatoria e percosse su padre/figlio durante lavoro nei campi per intimidire gli agricoltori e restringere l’accesso alle terre agricole. C11 Incursione nel villaggio di Khilet a-Dabe’ 31 mag 2025 Coloni israeliani con greggi Khilet a-Dabe’, Cisgiordania Danni materiali/sussistenza (intrusione di animali); nessun ferito diretto Incursioni pastorali per invadere campi e terrorizzare i villici inducendoli alla fuga, parte di un accaparramento sistematico di terre. C12 Uccisione di capretti 25 mag 2025 Coloni israeliani Area di pascolo non specificata, Cisgiordania Animali uccisi (capretti) Macellazione di bestiame per terrorizzare economicamente e spostare famiglie di allevatori dalle terre tradizionali. C13 Aggressione su raccoglitore di olive a Nahhalin 24 ott 2025 Colono israeliano con supporto IDF Nahhalin, distretto Betlemme, Cisgiordania 1 gravemente picchiato (agricoltore 58enne); indagato da IDF Percosse congiunte colono-militari su agricoltore durante la raccolta per provocare paura e restringere l’accesso palestinese agli uliveti. C14 Attacco su zona industriale Beit Lid e siti beduini Nov 2025 (giorni prima del 14 nov) Grande folla di coloni mascherati Beit Lid (zona industriale) e siti beduini vicini, Cisgiordania Beni incendiati (camion/edifici); attacchi su soldati; nessun ferito palestinese specificato Incendi organizzati e aggressioni per inviare messaggio di portata incontrollata in aree urbane/rurali, intimidendo civili e persino forze statali. C15 Incendio moschea Hamida Nov 2025 (giovedì prima del 14 nov) Coloni ebrei Area moschea Hamida, Cisgiordania Beni danneggiati (segni di bruciatura su muri/pavimenti); nessun morto Incendio di luogo di culto con graffiti che minacciano l’esercito (“Non abbiamo paura di voi”) per terrorizzare comunità musulmane e affermare supremazia ideologica. C16 Attacco incendiario villaggio Burqa 15 lug 2025 Coloni israeliani (incursione notturna) Burqa, est di Ramallah, Cisgiordania Più auto/case distrutte dal fuoco; nessun ferito segnalato Incendi notturni di veicoli e strutture per terrorizzare i residenti e disturbare la vita quotidiana durante l’escalation della stagione della raccolta. C17 Campagna di espulsione Mughayyir al-Deir Mag 2025 Coloni mascherati (con presenza IDF) Mughayyir al-Deir, est di Ramallah, Cisgiordania Più feriti (lapidazioni, spari); spostamento totale del villaggio Molestie, lapidazioni e spari che costringono un secondo spostamento (rifugiati post-1948) per terrorizzare e svuotare il villaggio per accaparramento di terre. C18 Attacchi sulla città cristiana di Taybeh Lug 2025 (ultima settimana prima del 17 lug) Coloni israeliani Taybeh, Cisgiordania (città cristiana) Beni attaccati (fuochi vicino chiesa V secolo, case); nessun ferito specificato Incendi vicino chiesa storica e aggressioni su case per intimidire i palestinesi cristiani di minoranza ed estendere il controllo dei coloni. C19 Attacchi su Sinjil (post-omicidi) Lug 2025 (venerdì prima del 17 lug) Coloni israeliani Sinjil, Cisgiordania Feriti da percosse; 6 arrestati/rilasciati Percosse di vendetta dopo attacchi palestinesi, ma usate per terrorizzare la comunità più ampia con impunità. C20 Aggressione documentata B’Tselem su adolescente e sparatoria sul padre Giu 2025 Coloni israeliani Area non specificata Cisgiordania 1 colpito (padre perde gamba); adolescente aggredito Violenza mirata su famiglia durante attività ordinarie per provocare paura e restringere i movimenti in aree rurali. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Questi 32 incidenti (18 massacri, 4 assassini, 20 attacchi di coloni) soddisfano senza ambiguità ogni elemento della Risoluzione 49/60 dell’AGNU quando la definizione viene applicata letteralmente e senza l’esenzione politica normalmente concessa ad attori statuali o protetti dallo Stato. Hanno collettivamente causato migliaia di morti civili ed erano intesi — come ammesso da autori, comandanti o successive inchieste israeliane — a provocare terrore, intimidire popolazioni o costringere a risultati politici/territoriali.